“Una grande novità è pronta a cambiare, per sempre, lo scenario delle telecomunicazioni mobili in Italia“, queste le parole di Fabrizio Bona, fondatore ed ex amministratore delegato di Bip Mobile. Era il 20 settembre 2012.
Certo, alla luce dei recenti fatti, non propriamente un discorso profetico, ma analizziamo le intenzioni dell’azienda che, per vicende alterne, si è trovata “appiedata” insieme ai suoi clienti.
Bip Mobile si presentava come il primo operatore italiano interamente virtuale, secondo i canoni della filosofia aziendale low cost, molto in auge negli ultimi tempi, fra l’altro già sperimentata, e con grande successo, oltralpe (pensate al francese Free Mobile, operatore low cost con circa 4 milioni di clienti).
I punti di forza della nuova azienda erano una struttura operativa giovane ed efficiente, tecnologicamente avanzata (servizi cloud e umts), un enabler come Telogic, un’azienda danese innovativa che gestisce ben 70 MVNO (Mobile Virtual Network Operators) in Europa, e One Italia Spa (proprietà della famiglia Giacomini) come azionista di maggioranza.
Ricordate i tre capisaldi dello slogan pubblicitario? be smart (piccolo), be fast (veloce) e be simple (semplice). Con questi presupposti Bip Mobile era pronta ad aggredire il mercato della telefonia italiana gestito, per non dire controllato, da tre operatori principali. Sebbene il popolo telefonico italico abbia affinato le sue conoscenze tecnologiche, non è riuscito ad affrancarsi da questo continuo regime di monopolio o, per meglio dire, di concorrenza apparente. A confermarcelo sono i continui spostamenti (portabilità) che ogni utente fa da un gestore all’altro, alla ricerca di soluzioni più convenienti. Un mercato di circa 20 miliardi di euro, con trenta milioni di sim attivate ogni anno.
Qui Bip Mobile voleva cogliere il suo milione di clienti nell’arco di un anno, cinque in 4 anni. Tariffe superconvenienti rispetto ai gestori tradizionali, senza canoni mensili, senza costo di attivazione e via con le SIM bip-bip.
La copertura era garantita da 3 Italia e Tim in roaming. I punti di vendita attivi all’inizio dell’avventura erano ben 1350, poi diventati 2000.
Cos’è successo da quel 20 settembre 2012 al 30 dicembre 2013 i 220.000 clienti Bip Mobile lo sanno bene: scaraventati dalle linee mobili nel giro di un soffio, mentre ci si apprestava a preparare il cenone di capodanno e a stappare lo spumante.
Le cose che non si sanno (le domande sorgono spontanee) sono:
- cos’è cambiato quando Telogic è passata da una gestione danese a una gestione italiana?
- cosa è successo durante la “scalata” a Bip Mobile?
- chi più di tutti ha contribuito a farla cadere?
- perchè, se doveva cadere, nessun utente è stato informato preventivamente?
Ricominciamo da One Italia.
One Italia SpA è una multinazionale italiana specializzata nella realizzazione e gestione di contenuti e servizi per il Web e il Mobile. Ha trovato soluzioni innovative nel settore dell’e-commerce e si è proposta ai maggiori gestori di telefonia mobile per commercializzare vendite on-line di prodotti e servizi digitali. Oggi ha tra i suoi maggiori clienti Tim, Vodafone, 3, Wind, Poste Italiane e Mondadori. Appartiene alla famiglia Giacomini.
Nel 2012 diventa azionista di maggioranza dell’operazione Bip Mobile (sul suo sito ancora pubblicizza l’avventura Bip Mobile, “il primo operatore low cost italiano“).
Dopo la prima gestione danese, Telogic viene acquisita da Terra SpA di Arezzo e prende il nome di Telogic Italy Srl. Ma chi è Terra SpA? Terra è un operatore professionale di telecomunicazioni specializzato nei servizi alle aziende e agli operatori di settore, risponde anche al nome di Flynet Italia e si occupa principalmente di copertura adsl per famiglie ed aziende tramite collegamenti in fibra ottica. La presidenza è affidata al giovane manager Sauro Landi e la direzione di un importante comparto all’altrettanto giovane Maria Grazia Cer. Fra gli oltre cento soci legati alla società che gira intorno a Flynet ci sono anche i giovani fratelli Jacopo e Gianluca Giacomini, della stessa famiglia di One Italia SpA.
Durante la gestione italiana di Telogic, Terra SpA avanza la proposta di acquisire Bip Mobile, ma l’affare, per motivi ancora sconosciuti, va a monte.
Oggi ci si ritrova davanti a due SpA che si accusano l’un l’altra: Telogic ovvero Terra che dice di vantare un credito di 8 milioni di euro nei confronti di Bip e Bip ovvero One Italia che dice di aver già pagato i subfornitori di Telogic per non vedersi staccare il servizio.
Chi dice la verità? E’ vero o no che Telogic danese non ha pagato il suo fornitore principale H3G e per questo ha dovuto dichiarare fallimento il 1 agosto 2013? Perché Terra SpA ha messo in difficoltà Bip Mobile tagliandole la fornitura? Perchè una parte della famiglia Giacomini che è in Terra si scontra con l’altra parte della stessa famiglia in One Italia?
Ai posteri l’ardua sentenza.